venerdì 8 aprile 2011

Una lacrima sul viso

Ieri pomeriggio ho trovato delle diapositive tue. Anno 1994, noi insieme sul divano. Ho provato e riprovato mille volte a cercare di ricordare un solo momento insieme, un momento nostro… qualunque cosa che possa farti sentire vicino a me. Ma è tutto molto anzi troppo sfocato. Ricordo solo che ti chiudevo la mano nel cuscino del divano e mi sedevo sopra per bloccartela, in modo che non mi facessi il solletico ma riuscivi sempre a liberarti. Ricordo che mi portavo al parco giochi perché la mamma non aveva tempo e allora mi volevi sempre portare tu, e mi guardavi mentre ero sull’altalena dalla tua panchina. Mi ricordo le caramelle golia che tenevi sempre dentro la lancia delta, che mangiavo sempre anche se non mi piacevano, solo perché erano le tue. Ricordo vagamente un beauty case marrone, che quando dormivi da noi, ti portavi dietro la mattina presto nel bagno e io ti spiavo dalla porta della cameretta. Ricordo la tua maglia nera, il solito maglione che usavi per venire da noi,con i bottoni dorati, il maglione della domenica, della festa. Profumava di pulito, di lavanda, era caloroso ma pungeva. Ricordo che facevi giocare Jenny con la carta dei grissini. Ti vedo seduto lì, nella tua poltrona di pelle, mentre guardavi la televisione, dopo che la nonna aveva fatto la pasta al forno, eravamo tutti a tavola insieme, in quella casa di Bra che profumava, profumava da morire. Ricordo l’ultima volta che ti ho visto, quando hai lasciato casa nostra per andare a passare i mesi estivi in Sardegna come consuetudine, e ci hai salutato con la mano per un sacco di tempo dalla finestra. Credo quella fosse l’ultima volta che i miei occhi hanno guardato i tuoi. Il tempo passato insieme è stato troppo poco per riuscire ancora a distanza di undici anni a farmi una ragione della tua scomparsa. Abitavi lontano e ci vedevamo poche domeniche al mese, ma soprattutto ero piccola, troppo piccola per capire quello che avrei potuto fare per stare più insieme. Vorrei cercare di entrare nei miei ricordi più a fondo e trovarne ancora, ancora e ancora. Invece non riesco, non me ne vengono altri… Continuo a guardare le nostre foto, noi in Sardegna 1991: io ero piccolissima, seduta nelle piastrelle di Costa Rey con te sulla sdraio che mi guardavi. Non ricordo, non ricordo cosa dicessi in quel momento. Non posso ricordarmelo. Avevo si e no un anno. Quante volte ti ho incontrato negli occhi dei passanti, negli occhi dei tuoi fratelli, negli occhi di mia madre, identici ai tuoi. Hai gli stessi suoi modi di fare, le tue mani, identiche. Lo stesso tremolio nervoso quando ti agiti, lo stesso movimento della testa. Lo stesso carattere mio scherzoso dice la mamma “era come te, gli piaceva farmi ridere” che bello sarebbe stato oggi che sono abbastanza grande da poterti parlare, da poter farti vedere cosa sono diventata, da poter condividere con te ogni cosa che ho vissuto. Mi manchi più adesso di prima. Ultimamente non faccio che pensare al tempo che mi è sfuggito dalle mani senza che me ne sia accorta e ho paura. Paura di passare una vita intera a non accorgermene dell’importanza delle persone che ho intorno e pentirmene. Darei qualunque cosa per trovarti e riportarti qui, come in uno dei miei film, stare ancora una volta tutti insieme, tornare bambina per un giorno, avere sei anni ed essere al mare con voi. Ci sono delle cose che non potrò mai avere e non potrò mai fare. Non potrai mai assaggiare un mio piatto, non potrai mai venire in macchina con me, non posso portarti il giornale, non potrò mai farti un regalo di Natale… ma avrei tanto voluto condividere tutto con te. Fai parte di me in ogni giorno che trascorro. Scusami se non vengo spesso dove sei tu, ma proprio non riesco a stare, è una punizione troppo grande per me, vedere il corso della vita che ha vinto ed io ti ho perso così facilmente. Spero che tu mi stia guardando e sappia quanto ti voglio bene. Spero un giorno di poterti riabbracciare, solo questo chiedo stare insieme a voi, a te. 

giovedì 7 aprile 2011

Via comentina

Il primo banco sulla sinistra era il mio, di fronte alla finestra che dava sul cortile. Piano terra, unico piano della scuola. Era la mia seconda casa, la mia seconda famiglia. Finchè ci sei dentro non fai che lamentarti sempre, i professori sono stronzi, la preside non ti capsice, è dura alzarsi dal letto alle sette del mattino, che noia studiare tutto il giorno, non voglio obbedire agli insegnanti, voglio fumare in classe, voglio uscire quando voglio. Essì…Oggi ad un anno quasi dalla fine del mio percorso scolastico ne sento già la mancanza. Mai l’avrei creduto, mai avrei anche solo pensato di dire una frase così. Eppure è uscita ancora una volta dalle mie labbra. Tornare ad avere quella fanciullezza dentro che ti lascia la scuola finchè la frequenti, quel nodo in gola prima delle interrogazioni… quella voglia di evadere sempre e comunque dalla classe. Mi manca portare lo zaino pesante sul pullman numero 4. Pieno di vecchiette che cercano di arrivare in tempo al mercato, quasi come se ad una certa ora scappasse… Io ho un ottimo ricordo degli ultimi anni della scuola superiore, della quinta particolarmente, era come una magia. Ero riuscita a legare meglio con tutti, anche se le liti non smettevano mai però c’era come un cerchio di felicità, di voglia di fare… Sono la prima ad ammettere che non ho fatto altro che lamentarmi negli anni scolastici, di non farmene andare bene una, di protestare pur che ci fosse qualcosa da dire contro la scuola. Ma solo dopo la maturità capisci quanto sia difficile il lavoro di chi è dall’altra parte della cattedra. Quanto si impegnano anche loro per farti dare il massimo, io non smetterò mai di dire che hanno studiato i professori al posto mio, che si sono sbattuti per non farci mai arrendere, che ci hanno convinto giorno per giorno a non mollare. Questo accade solo in una famiglia… in una classe numerosa dove a malapena ricordi i nomi degli allievi è troppo semplice, senza cuore prendi lo stipendio e non ti preoccupi di altro. Ma noi eravamo una forza, una squadra che ha lottato insieme fino alla fine, tenendoci quasi per mano.. Ci conoscevano in tutto e per tutto, conoscevano il nostro carattere e a loro non sfuggiva niente, azzeccavano sempre il tuo stato d’animo, non era nemmeno il caso di parlare… ed ora vorrei tornare indietro… con un altro punto di vista perché ora capisco su che cosa volevano davvero da noi… non è mai interessato a nessuno ripetere la lezione di storia, di filosofia..di italiano… il compito era quello di non mollare per il nostro futuro, di non arrenderci.. perché nel mondo fuori senza più la protezione di genitori e insegnanti è pieno di insidie. La costanza nel lavoro, la famiglia, la coppia… mai le cose vanno rose e fiori ma dobbiamo sempre cercare di terminare il nostro compito, senza alzare le mani, proprio come quando dovevamo fare le espressioni di matematica. Nessuno ha mai capito a cosa servono e a nessuno sono mai piaciute proprio per farci capire che niente è scontato niente è come nei nostri sogni sempre perfetto.. ma dobbiamo fare cose che non ci piacciono, cose che detestiamo anche…per poi sentirci soddisfatti dopo! Io mai credevo di riuscire a parlare davanti ad una commissione, ho fatto una difficoltà pazzesca, credevo quasi di morire, non sarò uscita col massimo dei voti assolutamente, ma sono fuori, ho concluso il mio lavoro, sono arrivata a quella fine lontana che mai arrivava, ma che poi è arrivata troppo presto e la soddisfazione, la fratellanza e l’amicizia che nasce nei momenti di difficoltà come gli esami scritti davvero non c’è da nessun altra parte…Eravamo davvero una famiglia che si preparava per una grande battaglia, insieme ancora una volta. Mi manca qualunque cosa adesso.. darei qualunque cosa per tornare ad essere cullata dalle onde scolastiche…mi manca la segreteria, con Vincenzo, il nostro Vinch…mi mancano le mie compagne di avventura che purtroppo adesso vedo molto meno. Barbi e Robi, che da quando non ci vediamo più non fanno che succedere disgrazie,per stare bene ed essere fortunate dobbiamo stare insieme, lo diciamo sempre! J Mi manca girare per i corridoi, mi manca salutare la prima che ha le pareti di vetro “per essere controllati meglio”.. mi manca il portellone che separa la quinta dalla seconda che si apre sempre, mi manca il gesso della lavagna di cui sono stata allergica per tutto questo tempo… mi manca l’aula video, mi manca fare arrabbiare la professoressa di conversazione francese, che mai nessuno ha davvero ascoltato, mi mancano i miei compagni che giocano a tennis mimando le racchette… mi manca la calcolatrice di Edo che con i suoi sibili ha accompagnato le ore vuote… mi manca andare alle macchinette che erano sempre vuote… mi mancano le telecamere che alla fine non hanno mai registrato e lo sapevano tutti… mi manca l’aula professori piena di libri strani che nessuno aveva mai sentito. Mi mancano gli oggetti del corso di medicina che c’era la sera… tra cui una famosa sedia a rotelle che i miei compagni si divertivano ad usare… mi mancano quegli scalini dove passavo l’intervallo, mi manca il cancello automatico, mi mancano i bagni senza maniglie e pieni di mozziconi.. mi manca la macchinetta del caffè incendiata… il dipinto delle torri gemelle dove qualcuno aveva disegnato due aerei…mi manca il lancio degli zaini dalla finestra e mi manca vedere compagni lanciarsi di sotto per andarli a predere e poi rimanere chiusi fuori. Mi manca la preside che apre le porte senza bussare e tutti che si spaventano, mi manca la mano di Elisa che non sa chiudere la porta.. mi manca sentire “suooonaaa” per invocare una campanella che non arriva mai… ignari del fatto che finchè non è l’una e quaranta non emette alcun suono. Mi manca studiare e lamentarmi che è troppo anche quando sono solo pochi capitoli… mi manca dividermi i quaderni all’inizio anno per colore e tipo in modo da non confonderli.. mi manca comprarmi le biro ed arrivare a fine anno con una sola e pure rotta. Mi manca Stefano sempre con il banco tipo asino vicino alla cattedra.. e quando veniva spostato diceva “ma, no, è stato lui”. Ma la cosa che mi manca di più sono i temi..è lo scrivere sfogandosi enormemente cosa che ultimamente non sono più riuscita a fare…mi manca uscire per fare le fotocopie e tornare due ore dopo dicendo che c’era coda…
che dire di altro.. grazie a questi anni stupendi che purtroppo non torneranno più indietro.. ora è il momento di prendere una decisione, di capire quello che si vuole fare della propria vita, cosa che non riesci a fare prima perché la scuola ti anestetizza completamente, ti fa sentire protetto per sempre… ma purtroppo la magia finisce più in fretta di quanto uno non possa credere. 

mercoledì 6 aprile 2011

Paulo Coelho - citazione

Ho imparato che non importa quanto sia buona una persona,ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni. vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza richiede molta pratica.
Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.
È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze; possono ingannare.Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.
Ho imparato... Che ignorare i fatti non cambia i fatti.
Ho imparato... Che quando vuoi vendicarti di qualcuno lasci solo che quel qualcuno continui a farti del male.
Ho imparato... Che l'amore, non il tempo guarisce le ferite.
Ho imparato... Che il modo più facile per crescere come persona è circondarmi di persone più intelligenti di me.
Ho imparato... Che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un'altra parte.
Ho imparato... Che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.
Ho imparato... Che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno ti ha agganciato per la vita.
Ho imparato... Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
Ho imparato... Che è meglio dare consigli solo in due circostanze: quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.
Ho imparato... Che la miglior aula del mondo è ai piedi di una persona anziana.
Ho imparato... Che quando sei innamorato, si vede.
Ho imparato... Che appena una persona mi dice, "mi hai reso felice! ", ti rende felice.
Ho imparato... Che essere gentili è più importante dell'aver ragione.
Ho imparato... Che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino.
Ho imparato... Che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo.
Ho imparato... Che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio... Ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi.
Ho imparato... Che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno è una mano da tenere ed un cuore da capire
Ho imparato... Che la vita è come un rotolo di carta igienica... Più ti avvicini alla fine, più velocemente va via.
Ho imparato... Che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quel che gli chiediamo.
Ho imparato... Che i soldi non possono acquistare la classe.
Ho imparato... Che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare.
Ho imparato... Che sotto il duro guscio di ognuno c'è qualcuno che vuole essere apprezzato e amato.
Ho imparato... Che il signore non ha fatto tutto in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei?
Ho imparato... Che ogni persona che incontri merita d'essere salutata con un sorriso.
Ho imparato... Che non c'è niente di più dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance.
Ho imparato... Che nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori.
Ho imparato... Che la vita è dura, ma io sono più duro.
Ho imparato... Che le opportunità non si perdono mai, qualcuno sfrutterà quelle che hai perso tu.
Ho imparato... Che desidererei aver detto una volta in più a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse.
Ho imparato... Che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare.
Ho imparato... Che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa fare con queste sensazioni. Lavora come se non avessi bisogno dei soldi ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire balla come se nessuno ti stesse guardando canta come se nessuno ti stesse sentendo.

What if...Nei Fastfood



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Buon Divertimento!

Avrai...






L'amore descritto in questa canzone è il più unico e sincero sentimento che esista nella terra: quello di un padre per il proprio figlio. Baglioni scrive questa canzone, nel lontano 1982 in occasione della nascita del figlio Giovanni. Attraverso metafore, analogie e descrizioni di piccole cose che capitano nell'arco della vita, augura al figlio un avvenire pieno di profonde emozioni, ricco di poesia. Qui viene colto il vero significato della felicità, quella felicità genuina delle piccolezze cose di ogni giorno, che siamo talmente abituati ad affrontare che nemmeno più ci facciamo caso. Tralasciando la vera poesia che c'è in tutto questo. Il sogno più grande di ogni padre credo sia vedere un sorriso negli occhi del figlio, vederlo crescere con forza, amore, vitalità, speranze e gioia. "Avrai" rappresenta come un sogno del padre-Baglioni, aprendo le porte ad ad un orizzonte illimitato di auguri per l'avvenire. Non sottolinea però solo gli aspetti positivi della vita, per quanto possa essere speranzoso ed amare il figlio sa che come nella vita di ognuno di noi ci saranno momenti no, momenti in cui anche l'amato bambino un giorno adulto si sentirà morire, sarà disperato e farà cose contro la sua volontà. Apre gli occhi, sa che non sarà mai tutto rose s fiori, e sa che la vita è bella proprio ed anche per questo. "Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle" è l'inizio della canzone: l'uso del mese di agosto probabilmente si rifà al momento più atteso dell'anno, quando il ragazzo lontano dalla scuola e dai pensieri giornalieri si libererà della stanchezza, al mare, in vacanza, sotto il sole, i momenti più significativi e felici per un adolescente. Le stelle sono sa sempre il simbolo della speranza, della felicità, del desiderio. Quell'insieme di avvenimenti che lui augura per il suo primogenito. "storie fotografate dentro ad un album rilegato in pelle": tutti abbiamo un album di ricordi, di immagini che non cancelleremo mai dalla nostra mente, di quei momenti passati che sempre riaffiorano come fantastici sogni e nel riviverli sfogliando un piccolo album ci riempie il cuore di gioia ma anche di nostalgia. "Tuoni di aerei supersonici che fanno alzar la testa" e qui iniziano le piccole cose che facciamo quasi senza accorgerci, quando un bambino è piccolo e sente un aereo che vola sopra la sua testa, alza gli occhi al cielo per guardarlo come fosse un sogno lontano. "avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare"... chi non ha mai fissato a lungo lo schermo del telefono aspettando una chiamata, un messaggio, sentendosi quasi disperato? eppure sembriamo sempre i soli a provare queste sensazioni, ma Baglioni sa cogliere gli aspetti più nascosti. " pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate"... ogni anno, finito il periodo freddo, siamo tutti felici di tirare fuori costumi, asciugamani da spiaggia ed andare incontro al mare, alla spiaggia ai giorni dell'anno che tutti aspettano con ansia...pronti per una sicura felicità da consumare con la speranza di un weekend di riposo dopo tanto lavoro. "un treno per l'america senza fermate" su questo c'è da soffermarsi in maniera più profonda: Questa frase è quasi un opera d'arte, rappresenta sicuramente una realtà universale. è una metafora che rappresenta la vita di tutti noi, quella vita con un sogno lontano (l'america) lo scopo di una vita, il desiderio più nascosto che ognuno di noi possiede dentro l'anima il cui raggiungimento ahimè è rappresentato da un treno (Come raggiungere l'america in treno?) Quei sogni quindi quasi irraggiungibili che non hanno nè sosta nè fermata nè modo di ritorno. "un sole che si uccide e pescatori di telline" il tramonto del sole viene associato a dei pescatori di telline che rappresenta l'uomo che scava profondo nelle cose, guardando all'interno, oltre la realtà oggettiva delle cose esattamente come scavare nella sabbia per trovare le telline. ecco poi nuove immagini di vita quotidiana: "un legnetto di cremino da succhiare"... chi non ha mai succhiato il legnetto del cremino dopo averlo mangiato?un pò come la cannuccia, il bastoncino del gelato... Sono piccole cose della vita che ci rendono tutti uguali, tutti facenti parti delle stesse piccole abitudini involontarie quasi. "avrai ore vuote come uova di cioccolato"... quei momenti di assoluta solitudine, in cui ci sentiamo soli, ci sentiamo quasi facenti parte di un mondo parallelo, ore davvero definite vuote. Poi ci sono come spiegavo prima momenti anche negativi della vita: come il tradimento di un'amico, pur essendo una cosa spiacevole e terribile sicuramente anche il bambino ci passerà un giorno, sono avvenimenti della vita che accadono a tutti per far capire ad ognuno di noi di chi fidarci o meno. Nel ritornello prevede viaggi, momenti di distacco dalla famiglia, tutti noi siamo scappati almeno una volta dalle braccia dei nostri genitori, siamo andati via per un pò di tempo, ma consapevoli che l'unico posto dove saremmo sempre al sicuro è casa nostra (avrai il tuo tempo per andar lontano)..."Camminerai dimenticando, ti fermerai sognando" la vita va sempre avanti che tu lo voglia o no il tempo passa, cammineremo sempre, dimenticando le cose spiacevoli del passato fino a che non ci fermeremo in cerca di un nuovo sogno da realizzare, un sogno che ci mantiene in vita ogni giorno che passa. Baglioni prevede l'eredità del suo carattere per il figlio dicendo che anche lui avrà la stessa "triste speranza". "sentirai di non avere amato mai abbastanza" è la frase con tutto il senso dell'amore che conosco. l'amore non è mai troppo, non esiste amare troppo, vuoi sempre fare di più e cercare di amare di più non è mai abbastanza quanto credi di amare. "avrai parole nuove da cercare quando viene sera" è successo tante volte anche a me, di cercare sul dizionario da piccola, parole nuove che non conoscevo, parolacce probabilmente, quando era sera e tutti dormivano così da non essere colta impreparata... "cento ponti da passare e far suonare la ringhiera" proprio ieri ne ho avuto la conferma. ho visto una bambina che col dito toccava tutte le sbarre di un ponticello facendolo rumoreggiare. tutti l'abbiamo fatto almeno una volta con un ramo o con le mani. "la prima sigaretta che ti fuma in bocca" per quanto possa essere triste per un padre sapere che il figlio possa fumare lui già nel suo cuore sa che succederà, come è successo a tutti almeno una volta con gli amici, accendere una sigaretta e vedere come fosse fumare. "giochi elettronici e sassi per la strada" associa il nuovo al vecchio, i giochi degli adulti erano le cose che si trovavano nella strada i sassi, i legnetti.. cose che costavano poco, mentre oggi abbiamo ogni ben di dio per divertirci, computer, macchinine... "avrai ombrelli e chiavi da scordare" La grandezza di Baglioni qui sta proprio nel prevedere la bellezza di queste tanto dolci quanto inevitabili dimenticanze. L’accomunare poi i ricordi (astratti) da scordare con delle cose quotidiane come chiavi ed ombrelli ci lascia un presentimento di come tutto sia ingigantito al momento, scordare un mazzo di chiavi o un ombrello quando piove può essere la cosa più terribile per quel momento ma con Baglioni diventa quasi piacevole come una poesia. "avrai carezze per parlare con i cani" non c'è altro metodo per comunicare con un animale che se non quelle coccole che tanto amiamo fargli. io per prima, io amo i gatti soprattutto ma ci vado davvero matta... e non c'è nulla di più appagante che poter farli felici con una semplice carezza. "sarà sempre di domenica il domani" è l'immagine della vacanza, o di una speranza eterna una felicità da rimandare all'indomani, speranzosi che sia una giornata felice come una domenica col sole. "avrai discorsi chiusi dentro e mani che frugano le tasche della vita" da un lato c'è la timidezza, discorsi che abbiamo solo fatto a noi stessi, parole chiuse dentro di noi che non osiamo tirare fuori, ma dall'altra parte c'è l'intraprendenza, quelle mani che frugano alla ricerca di una risposta sui mille quesiti di una vita. Alla fine c'è un augurio più speciale e più sentito: una radio che comunichi la fine della guerra... Questo forse è il senso maggiore della canzone. Un sogno, una felicità rappresentata da un attimo da tenere nella mente per sempre, “l’attimo eterno”che rappresenta l’ispirazione massima della poesia do Baglioni, la fine della guerra che porti felicità nelle menti di chi apprende la notizia da una radio. 


Spero che sia stata di vostro gradimento, le canzoni di Baglioni sono da prendere come piccole poesie, da parafrasare perchè nelle sue frasi apparentemente banali ci sono significati più profondi.



martedì 5 aprile 2011

Papàpalo...

Mi piace quando ti chiamo 'orso' e tu non reagisci, mi piace quando non mi ascolti, quando non mi chiedi come sto.. quando non mi chiedi cosa penso.. quando non mi chiedi come mi sento dentro, quando non mi chiedi cos'ho fatto, quando mi ignori, quando non mi telefoni, quando fai finta che non ci sia, quando sono lontana e mi fai chiamare dalla mamma per sapere come sto. Mi piace quando non stai con me, quando stai li per i fatti tuoi, mi piace quando suoni, quando componi, quando fai le prove di musica. Mi piace quando sei stanco, hai i capelli scompigliati e ti addormenti col mio film preferito. Mi piace quando non hai tempo per me, quando non mi venivi a vedere alle recite. Mi piace quando non ti metti le scarpe da ginnastica, quando non giochi con me. Mi piace quando mi dici di lavare la frutta prima di mangiarla, mi piace quando mi porti fino a metà strada con la macchina per il mio primo viaggio da sola, mi piace quando mi vieni a prendere a Milano Malpensa a qualunque ora del giorno e della notte, Mi piace quando mi finanzi ogni cosa io voglia senza discutere, mi piace quando siamo a quarto nel cortile, mi piace quando cantiamo Baglioni in macchina ma tu vuoi sentire l'originale. Mi piace quando ti vedo dirigere, quando dimentichi la valigia a casa, o quando non rispondi al telefonino e non so quando buttare la basta. Mi piace quando arrivi e non c'è pane, mi piace quando il gatto ti disturba durante il riposino. Mi piace che leggi "Gli occhiali di Heidegger" perchè so sempre che i miei regali sono apprezzati. mi piace quando mi spieghi le cose, mi piace quando sbuchi la testa dalla porta e dici 'buonanotte' e poi scappi sotto le coperte senza il bacio. Mi piace quando vai a prendere un gelato alle 23 e vuoi che venga anche io a tutti i costi ma non lo dai a vedere. Mi piace tutto questo perchè senza i difetti non ti amerei così tanto, non saresti tu quello che mi ha fatta crescere e aiutata sempre. Mi piaci perchè sei sempre tu e non cambi mai... vorrei solo un abbraccio sincero per farmi ricordare quant'è bello lamentarmi ogni giorno di te! :)

Che rumore fa la felicità?

La felicità consiste nel provare quello che c'è di bello nella vita. Si tratta di un’abilità individuale, e non di un’eventualità del destino: tutti possono essere felici se imparano a capire come si fa ad esserlo. Infatti, per vivere una vita felice è necessario essere capaci di godere di ciò che già si ha.  La felicità non va ricercata nel futuro, ma nel presente, perché non dobbiamo dimenticare che il nostro attuale presente è il futuro che immaginavamo per noi qualche tempo fa. Molti dei nostri desideri sono stati realizzati, ambiziosi traguardi sono stati raggiunti…Ma siamo forse per questo ‘Felici’ ora? La risposta, sono sicura, è ‘no’, o meglio ‘ancora no’. Ognuno di noi ha qualcosa che ancora gli manca per essere felice: il matrimonio, un lavoro, la carriera, la casa, la laurea, la vacanza…L’evasione dal presente, l’incapacità di prendere decisioni, la tendenza alla procrastinazione determinano l’idealizzazione del proprio futuro, che intanto diventa il presente e la storia continua. La felicità, sempre rimandata all’indomani, continua a sfuggire alla nostra esistenza, nell’illusione che qualche forza magica, soprannaturale o anche proveniente da qualche misteriosa area del proprio sé possa finalmente risvegliarsi e risolvere per incanto tutti i problemi. A volte l’infelicità deriva dalla sensazione di non avere o non avere abbastanza, di ciò che è necessario per vivere bene. Molto spesso si tratta di bisogni indotti dall'ambiente sociale ed in particolare da quei ‘persuasori occulti’ che, con logiche sottili ed ingannevoli, cercano di condizionarci nelle scelte e soprattutto nei consumi.
La verità è che, se vogliamo essere felici, possiamo esserlo immediatamente, perché la felicità non è nel futuro, ma nel momento presente: non conta quanto abbiamo, ma quanto riusciamo a godere di quello che possediamo.
E’ inutile trascorrere la vita inseguendo il successo, la fama, i soldi e il potere: mentre lottiamo e competiamo per raggiungere tutto ciò, ci allontaniamo inevitabilmente dai nostri valori e ci rendiamo schiavi di un sistema che da noi vuole sempre di più e sempre di meglio. Solo concentrandoci sul processo anziché sul risultato, allontanandoci dalla competizione e dalle illusioni condizionanti coniate ad arte dagli strateghi della comunicazione, potremo ritrovare la gioia nelle piccole cose della vita quotidiana e ritornare ad impostare la vita secondo i nostri valori.

Parte di tesina della maturità

<<Per tutti la vita è un ritorno a casa, commessi viaggiatori, segretari, minatori, apicoltori, mangiatori di spade. Per tutti. Tutti i cuori irrequieti del mondo. Cercano tutti la strada di casa>>
Ci sono luoghi che posseggono un’innata capacità di divenire indimenticabili, dal loro semplice manifestarsi, dalla loro suggestione visiva, dalla loro forza espressiva tanto da trasformarsi in un luogo della mente, impresso nella nostra memoria come un fotogramma sbiadito. Può essere anche quel momento tra la veglia e il sonno durante il quale, a occhi chiusi, si può riuscire ad immaginare cosa c’è dentro di noi. Il luogo dell’anima è dove il nostro spirito ci attende e ci chiama e dove noi riusciamo a raggiungerlo e ad interagire con esso. Luoghi che trasmettono improvvisamente emozione, mistero, verità. Piccoli spazi sbrigativamente definiti magici che conservano tratti del nostro passato, legati alla nostra storia, che diventano fonte di rievocazione di un tempo sereno, tranquillo di cui abbiamo nostalgia ma anche timore, dove andarci per fuggire dalla realtà, per abbandonarsi nelle braccia della vita che lì si riesce meglio a comprendere e ad ascoltare. Che siano luoghi legati all’infanzia, alla patria, al tramonto, al mare, ad un luogo di culto o al primo batticuore amoroso, assumono sempre caratteri più profondi rispetto alla loro “geograficità”. Ma credo più che sia un luogo immaginario, dettato dalla nostra fantasia e che abiti dentro di noi, come la capacità di amare.  Nella vita di ognuno di noi c’è sempre un luogo prediletto, geografico o spirituale dove i pensieri e i sentimenti si liberano lasciando completo sfogo ai nostri pensieri più intimi. Ogni uomo necessita di quel conforto, quel cassetto contenente i sogni, quell’illusione che ci consente di vivere. Alla fine non importa se esiste o no, se è reale o nella nostra immaginazione, l’importante è sentirlo e custodirlo. L’ambiente che ci circonda è una componente fondamentale della qualità della nostra vita condizionandone anche lo stato d’animo. Le nostre montagne, i nostri paesaggi, le case divorate dal tempo e arse dal sole, spazi sterminati, torrenti e pascoli verdeggianti sono le scenografie delle nostre giornate, delle nostre vite. Gli artisti, i poeti hanno il difficile compito e la responsabilità di riprodurre artisticamente tutto ciò che per noi può sembrare comune o personale, ricordandoci talvolta l’esistenza di luoghi meravigliosi di cui dobbiamo godere tramite le emozioni che trasmettono.
<<Non esiste mondo fuori delle mura di Verona: non c’è che purgatorio, supplizio, l’inferno stesso. Essere esiliato di qui, vuol dire essere esiliato dal mondo e l’esilio dal mondo è la morte: l'esilio è dunque una morte sotto falso nome>>

L’esilio diventa spesso la scintilla che accende il fuoco della nostalgia della propria patria, di quel luogo inaccessibile, tanto sognato e desiderato. Il ricordo di un tempo lontano, un sussurro che si perde nel tempo, la vita che trova la sua dimensione ideale nella quiete del ricordo. Amiamo la terra che ci ha visto nascere, l’aria che abbiamo respirato, gli odori, i suoni e i sentimenti che ci hanno accompagnato fin dai nostri primi passi e che fanno parte della nostra vita. Qualsiasi strada scegliamo avremo sempre quei caratteri genetici nella nostra più intima essenza. In questo spazio l’uomo si può rintanare sempre, sentendosi protetto come in un nido che nonostante l’età adulta può ospitarlo quando si sente vulnerabile. È un posto quasi destinato dal fato, dove respirare è più facile e dove ci vengono trasmesse sensazioni profonde e radicate in noi. I luoghi dell’anima reali mutano col tempo, si evolvono e cambiano così come cambia il pensiero dell’uomo, ma nonostante questo anche una città attraverso il filtro della memoria può trasformarsi in un luogo rassicurante. Il viaggio verso il luogo dell’anima porta al raggiungimento dell’intimo deserto interiore di ogni essere umano, in cui le paure vengono soppresse, grazie alla forza inesorabile della speranza.

"Le vie dei colori" e l'amore di una vita

Dunque io direi di partire dal titolo... "le vie dei colori" è il nome di una delle canzoni di quello che per me non è un semplice 'cantante preferito' ma il significato di una vita. Lo so, direte voi, ho vent'anni e dovrei ascoltare musica da discoteca, ballare all'impazzata...ma per me è molto di più che tutto questo. Amo Claudio Baglioni da sempre, da quando ero ancora nella pancia di mia mamma, da quando le sue canzoni erano la mia ninna nanna. Mia mamma non conosceva fiabe, quelle appartenevano sempre alla mente di mio papà. Mia mamma cantava, "sabato pomeriggio" per farmi chiudere gli occhi, "questo piccolo grande amore"...E' davvero difficile trovare le parole per spiegare la sensazione che ho.. nell'ascoltarlo.. io non mi stuferei mai, starei ore e ore in silenzio a sentire riecheggiare la sua voce nella mia mente, le sue parole..le sue frasi, le metafore che usa per addolcire la vita... Quei momenti che credi di avere vissuto solo tu, nel tuo cuore, quelle piccole cose che nessuno nota, lui riesce a musicarle, e farne un capolavoro. Momenti di vita quotidiana che trascorri senza pensarci, dalla nascita fino alla vecchiaia... i dialoghi che si intrecciano, i temi più svariati.. Partiamo dall'amore ad esempio, il tema più classico di tutti, il sentimento che tutti abbiamo provato, abbiamo cercato sempre di esprimere... lui lo capisce davvero, sembra che sappia quello che tu hai in mente quando parli di amare qualcuno, e cantarle insieme, in auto, in camera da letto in campagna o sotto la doccia è una vera liberazione di quel "fardello" di parole che mai riesci a fare uscire dalla tua bocca... quell'insieme di cose che hai dentro e non riesci ad esprimere, quelle represse dentro il tuo cuore, dentro la tua anima, lui riesce a spalancare le porte dei tuoi sentimenti più nascosti, riempendoti di emozioni. La sua presenza è stata significativa per la mia vita fin ora, per la mia crescita.. per conoscere il mondo... mi è servito a farmi diventare in buona parte quella che sono oggi, mi ha insegnato i valori in cui credo... la mia vita è girata attorno ad una canzone, ad una musica ed un susseguirsi di parole che vagano sempre nella mia mente come una nuvola di pensieri che terrò sempre con me. Sembrerebbero banali per tanti le sue melodie, le sue parole, ma se sai analizzarle con attenzione, se ci metti davvero il cuore e l'anima nel leggere quello che vuole trasmetterti, quello che vuole comunicare al suo pubblico.. per chi sa davvero leggere tra le righe quel 'qualcosa in più' che cerca di dire con semplici frasi, hai trovato la chiave per la felicità, per la gioia, per la liberazione, per la vita. Potrà sembrare assurdo ma è quello che provo. A volte guardi coppie, le fissi e ti chiedi se sappiano davvero cosa vuol dire amarsi.. se sappiano davvero quali sono quei valori della coppia che nel momento in cui ti innamori credi di non aver mai provato prima.. ma quando ascolti canzoni come "con tutto l'amore che posso", "amore bello", "mille giorni di te e di me" "chissà se mi pensi" ... "tienimi con te"... allora sai di non essere solo nel mondo.. In una canzone ha cercato di immaginare il giorno della sua morte definendolo come un giorno qualunque, come quelli passati e quelli che verranno "titoli di coda"...Sono vere e proprie poesie e come tali per me appartengono al patrimonio dell'umanità.... vorrei elencarle tutte, e commentarle, parlarne per post interi ma purtroppo ci vuole troppo tempo spazio e voglia da parte vostra di leggere anche ;) ogni tanto tra uno sfogo e l'altro ne cercherò qualcuna e cercherò di farla piacere anche voi, sottolineandone gli aspetti più belli secondo me, provare non nuoce, magari piacerà anche a voi un giorno! :)
Sei e sarai sempre uno dei miei punti fermi, una dolce carezza per farmi prendere sonno, ancora una volta come la piccola Alessandra di pochi mesi che faceva capricci per non andare a dormire. Oggi vorrei tornare ad allora, nella mia culla e ascoltare la dolce voce di mia mamma che mi sussurra: <Passerotto non andare via, nei tuoi occhi, il sole muore già.. scusa se la colpa è un poco mia.. se non so tenerti ancora qua......>