venerdì 11 ottobre 2013

Male................detto!

Mi fisso nello specchio. Mi guardo negli occhi, voglio provare ad entrare nel mio cervello, nella mia anima. Penso a me, a quello che sento, a quello che sbaglio, a ciò che mi da fastidio, a ciò che mi fa irritare o piangere. Qualcosa dentro me non va e nemmeno io riesco a capire di cosa si tratta. Ma stasera dopo una ventina di anni, forse, riesco a trovare l’esempio giusto per esprimere le mie sensazioni. Chiamiamola malattia, problema da psicanalisi non so che nome dovrebbe avere ma ho capito finalmente pensando e ripensando fissandomi negli occhi che ciò che sento è come bruciarsi con la pentola a pressione oppure prendere la scossa oppure ancora battere il mignolo del piede contro uno spigolo. Quel dolore temporaneo da cui credi per quel secondo di non uscirne vivo. Quando ti scotti con l’acqua bollente la prima cosa che fai è spostare velocemente il braccio, d’istinto. Quando prendi la scossa, nuovamente ti allontani. Quando batti il mignolo del piede, passa un secondo prima di sentire il dolore acuto, te lo aspetti quasi, come uno starnuto. C’è chi urla, chi impreca, chi si tiene il piede con le mani chi si rotola per terra o chi come me, riesce a fare tutte le cose insieme. Quando ho quell’attacco che mi viene io mi alzo di scatto da dove sono, mi manca l’aria ma non sto ragionando in quel momento è lo stesso istinto che mi fa allontanare il braccio quando mi brucio o quando prendo la scossa. Dura però molto di più. Mi sollevo, con un caldo allucinante e vorrei gridare, correre…scappare via. Il cuore lo sento in gola velocissimo: è solo una sensazione, in realtà batte quasi normale. Allora cos’è? Attacco di panico? Può essere. Questo accade quando ho un collegamento nella mia mente con un avvenimento che mi ha fatto stare male, con qualcosa di troppo significativo che non riesco a rimuovere o a farmi passare. Qualche aspetto nascosto che mi torna tra i pensieri. Non so come dire.. Quando realizzo che tutto va male, che sono dove non vorrei essere e con chi non vorrei essere. Quel momento in cui dici… ma queste persone che ho attorno che ne sanno di me? Chi sono? Quando mi guardano cosa vedono e cosa pensano? Non ho più un buon rapporto col mangiare, coi pranzi e le cene… Sento una leggera fame ma poi…tutto quello che ho nel piatto non mi soddisfa e vorrei rivomitarlo tutto per liberarmi… per svuotare tutto e ripartire da capo… provando con qualcosa di diverso senza il solito senso di quasi sazietà.  Come la mia vita del resto. Sono giovane e mi sento vecchia, così vecchia da non avere piu il tempo per nulla, come se da zero non riuscissi più a partire… come se non potessi più mettere un punto a ciò che ho fatto fino ad adesso e ciò che posso invece migliorare e incominciare da capo. Un lavoro nuovo ad esempio, una passione… Sono vecchia per tutto, penso nella mia testa, qualunque cosa inizi a fare o studiare o anche solo uno sport… non sarà mai ciò che ho sognato da bambina … ciò che mi appartiene davvero da quando sono nata…. Se dono pallavolista, tennista, animalista, cuoca, o nullafacente.. lo sarò solamente da oggi e non lo sentirò mai davvero. E mentre dico di non essere in tempo… mentre mi dico… sono troppo vecchia, lo divento davvero perché gli anni passano e insieme anche il coraggio di affrontare qualunque cosa. Compresa una cena seduta a tavola con la mia famiglia. Mi alzo di scatto da tavola credendo davvero di svenire, con le lacrime agli occhi che cerco di non far scendere a tutti i costi. Non posso piangere, non ora. Così mi dirigo verso il bagno dove mi fisso gli occhi allo specchio e dico NO.
A volte mi sembra che momenti della mia vita siano sogni, che non esistano realmente.  Mi vedo come osservata dall’alto da qualcosa o da qualcuno che se la ride… come se mi stesse manovrando e stia riuscendo perfettamente il suo piano di sofferenza nei miei confronti. Da troppo tempo ormai confondo gli avvenimenti reali con sogni notturni.  Ne farò cento a notte, piccole scene, ritagli di vita con qualche frase di persone che conosco. Chissà che cosa vorrà dire. Il problema è che a volte mi vengono in mente scene che non esistono e che io credo di aver vissuto ma che invece sono fasulle. Non ci sono mai state e li sto di nuovo male, mi sale di nuovo il cuore in gola e iniziano a sudarmi le mani. Altre volte mi sembra di aver già vissuto delle scene, o aver già fatto gli stessi sogni o peggio ancora vivere una situazione sognata o almeno credere di averla sognata o credere di averla vissuta. E quando mi accorgo che i conti non tornano cerco di guardarmi attorno e vedo a rallentatore per qualche secondo. Vorrei stare sola in quei momenti ma poi appena tutti se ne vanno vorrei non esserlo più. Sono confusa e la testa mi gira forte…
C’è un qualcosa nell’aria che sa di oscuro, come se ci fosse sempre il cielo nero col temporale che arriva… non so come spiegarmi. Sentire che la vita ti sta sfuggendo dalle mani, realizzare che non sarà tutto sempre così ma che un giorno le cose cambieranno…e quando avrò le rughe trarre i conti della mia vita e scoprire che è stato un vero fallimento. E se in attesa per me non ci fosse mai nessuno? Se vivessi sempre senza un senso, sempre sola, sempre con l’ansia? Senza uno scopo senza un obiettivo preciso… senza il coraggio di prendere la vita in mano e dire… oggi voglio riuscire in qualcosa di buono ! Se scoprissi di avere una malattia che mi altera la percezione delle cose? Di non saper più distinguere ciò che è finto da ciò che è reale? Se impazzissi e non dicessi più cose con un minimo di senso? O se peggio ancora lo stessi già facendo e in questo preciso istante sto immaginando di scrivere chissà cosa? E invece sto scrivendo tutte lettere uguali? Sto scrivendo solo il mio nome ripetuto? Ciò che mi riesce a dare forza è il fatto che i miei genitori abbiano ancora il coraggio di non lasciarmi sola. Finchè posso stare sola vuol dire che non sono pazza. Ma poi penso: e se loro non volessero accettare o vedere che qualcosa non va? Io sarei la prima a non accettare la malattia di qualcuno. Posso solo dire fin ora che a volte ho paura di stare da sola con me stessa.  E pensare che c’è chi dice che sono solo stronzate. Lo sono di certo… ma sono sensazioni benché fasulle presenti nella mia testa.. ogni santo giorno che il signore ha creato sulla terra.

Il senso di infelicità, insoddisfazione riecheggia in ogni luogo….. sì sono infelice perché un posto mio nella terra non esiste. E finchè non trovo il mio nido in mezzo al gelo... le cose non cambieranno. Ma da quando in qua le persone, compresa me, sanno quello che vogliono e quello che è giusto?  Io non voglio perdere le ore a lagnarmi… però non c’è un rimedio allo stress, all’esaurimento nervoso… non ci sono medicine che la combattano.

Spero di poter un giorno anche io utilizzare le parole di Claudio nella canzone male di me… lui si, che cerca con tutte le forze di trovare qualcosa che distrugga il male….. detto !  

venerdì 8 aprile 2011

Una lacrima sul viso

Ieri pomeriggio ho trovato delle diapositive tue. Anno 1994, noi insieme sul divano. Ho provato e riprovato mille volte a cercare di ricordare un solo momento insieme, un momento nostro… qualunque cosa che possa farti sentire vicino a me. Ma è tutto molto anzi troppo sfocato. Ricordo solo che ti chiudevo la mano nel cuscino del divano e mi sedevo sopra per bloccartela, in modo che non mi facessi il solletico ma riuscivi sempre a liberarti. Ricordo che mi portavo al parco giochi perché la mamma non aveva tempo e allora mi volevi sempre portare tu, e mi guardavi mentre ero sull’altalena dalla tua panchina. Mi ricordo le caramelle golia che tenevi sempre dentro la lancia delta, che mangiavo sempre anche se non mi piacevano, solo perché erano le tue. Ricordo vagamente un beauty case marrone, che quando dormivi da noi, ti portavi dietro la mattina presto nel bagno e io ti spiavo dalla porta della cameretta. Ricordo la tua maglia nera, il solito maglione che usavi per venire da noi,con i bottoni dorati, il maglione della domenica, della festa. Profumava di pulito, di lavanda, era caloroso ma pungeva. Ricordo che facevi giocare Jenny con la carta dei grissini. Ti vedo seduto lì, nella tua poltrona di pelle, mentre guardavi la televisione, dopo che la nonna aveva fatto la pasta al forno, eravamo tutti a tavola insieme, in quella casa di Bra che profumava, profumava da morire. Ricordo l’ultima volta che ti ho visto, quando hai lasciato casa nostra per andare a passare i mesi estivi in Sardegna come consuetudine, e ci hai salutato con la mano per un sacco di tempo dalla finestra. Credo quella fosse l’ultima volta che i miei occhi hanno guardato i tuoi. Il tempo passato insieme è stato troppo poco per riuscire ancora a distanza di undici anni a farmi una ragione della tua scomparsa. Abitavi lontano e ci vedevamo poche domeniche al mese, ma soprattutto ero piccola, troppo piccola per capire quello che avrei potuto fare per stare più insieme. Vorrei cercare di entrare nei miei ricordi più a fondo e trovarne ancora, ancora e ancora. Invece non riesco, non me ne vengono altri… Continuo a guardare le nostre foto, noi in Sardegna 1991: io ero piccolissima, seduta nelle piastrelle di Costa Rey con te sulla sdraio che mi guardavi. Non ricordo, non ricordo cosa dicessi in quel momento. Non posso ricordarmelo. Avevo si e no un anno. Quante volte ti ho incontrato negli occhi dei passanti, negli occhi dei tuoi fratelli, negli occhi di mia madre, identici ai tuoi. Hai gli stessi suoi modi di fare, le tue mani, identiche. Lo stesso tremolio nervoso quando ti agiti, lo stesso movimento della testa. Lo stesso carattere mio scherzoso dice la mamma “era come te, gli piaceva farmi ridere” che bello sarebbe stato oggi che sono abbastanza grande da poterti parlare, da poter farti vedere cosa sono diventata, da poter condividere con te ogni cosa che ho vissuto. Mi manchi più adesso di prima. Ultimamente non faccio che pensare al tempo che mi è sfuggito dalle mani senza che me ne sia accorta e ho paura. Paura di passare una vita intera a non accorgermene dell’importanza delle persone che ho intorno e pentirmene. Darei qualunque cosa per trovarti e riportarti qui, come in uno dei miei film, stare ancora una volta tutti insieme, tornare bambina per un giorno, avere sei anni ed essere al mare con voi. Ci sono delle cose che non potrò mai avere e non potrò mai fare. Non potrai mai assaggiare un mio piatto, non potrai mai venire in macchina con me, non posso portarti il giornale, non potrò mai farti un regalo di Natale… ma avrei tanto voluto condividere tutto con te. Fai parte di me in ogni giorno che trascorro. Scusami se non vengo spesso dove sei tu, ma proprio non riesco a stare, è una punizione troppo grande per me, vedere il corso della vita che ha vinto ed io ti ho perso così facilmente. Spero che tu mi stia guardando e sappia quanto ti voglio bene. Spero un giorno di poterti riabbracciare, solo questo chiedo stare insieme a voi, a te. 

giovedì 7 aprile 2011

Via comentina

Il primo banco sulla sinistra era il mio, di fronte alla finestra che dava sul cortile. Piano terra, unico piano della scuola. Era la mia seconda casa, la mia seconda famiglia. Finchè ci sei dentro non fai che lamentarti sempre, i professori sono stronzi, la preside non ti capsice, è dura alzarsi dal letto alle sette del mattino, che noia studiare tutto il giorno, non voglio obbedire agli insegnanti, voglio fumare in classe, voglio uscire quando voglio. Essì…Oggi ad un anno quasi dalla fine del mio percorso scolastico ne sento già la mancanza. Mai l’avrei creduto, mai avrei anche solo pensato di dire una frase così. Eppure è uscita ancora una volta dalle mie labbra. Tornare ad avere quella fanciullezza dentro che ti lascia la scuola finchè la frequenti, quel nodo in gola prima delle interrogazioni… quella voglia di evadere sempre e comunque dalla classe. Mi manca portare lo zaino pesante sul pullman numero 4. Pieno di vecchiette che cercano di arrivare in tempo al mercato, quasi come se ad una certa ora scappasse… Io ho un ottimo ricordo degli ultimi anni della scuola superiore, della quinta particolarmente, era come una magia. Ero riuscita a legare meglio con tutti, anche se le liti non smettevano mai però c’era come un cerchio di felicità, di voglia di fare… Sono la prima ad ammettere che non ho fatto altro che lamentarmi negli anni scolastici, di non farmene andare bene una, di protestare pur che ci fosse qualcosa da dire contro la scuola. Ma solo dopo la maturità capisci quanto sia difficile il lavoro di chi è dall’altra parte della cattedra. Quanto si impegnano anche loro per farti dare il massimo, io non smetterò mai di dire che hanno studiato i professori al posto mio, che si sono sbattuti per non farci mai arrendere, che ci hanno convinto giorno per giorno a non mollare. Questo accade solo in una famiglia… in una classe numerosa dove a malapena ricordi i nomi degli allievi è troppo semplice, senza cuore prendi lo stipendio e non ti preoccupi di altro. Ma noi eravamo una forza, una squadra che ha lottato insieme fino alla fine, tenendoci quasi per mano.. Ci conoscevano in tutto e per tutto, conoscevano il nostro carattere e a loro non sfuggiva niente, azzeccavano sempre il tuo stato d’animo, non era nemmeno il caso di parlare… ed ora vorrei tornare indietro… con un altro punto di vista perché ora capisco su che cosa volevano davvero da noi… non è mai interessato a nessuno ripetere la lezione di storia, di filosofia..di italiano… il compito era quello di non mollare per il nostro futuro, di non arrenderci.. perché nel mondo fuori senza più la protezione di genitori e insegnanti è pieno di insidie. La costanza nel lavoro, la famiglia, la coppia… mai le cose vanno rose e fiori ma dobbiamo sempre cercare di terminare il nostro compito, senza alzare le mani, proprio come quando dovevamo fare le espressioni di matematica. Nessuno ha mai capito a cosa servono e a nessuno sono mai piaciute proprio per farci capire che niente è scontato niente è come nei nostri sogni sempre perfetto.. ma dobbiamo fare cose che non ci piacciono, cose che detestiamo anche…per poi sentirci soddisfatti dopo! Io mai credevo di riuscire a parlare davanti ad una commissione, ho fatto una difficoltà pazzesca, credevo quasi di morire, non sarò uscita col massimo dei voti assolutamente, ma sono fuori, ho concluso il mio lavoro, sono arrivata a quella fine lontana che mai arrivava, ma che poi è arrivata troppo presto e la soddisfazione, la fratellanza e l’amicizia che nasce nei momenti di difficoltà come gli esami scritti davvero non c’è da nessun altra parte…Eravamo davvero una famiglia che si preparava per una grande battaglia, insieme ancora una volta. Mi manca qualunque cosa adesso.. darei qualunque cosa per tornare ad essere cullata dalle onde scolastiche…mi manca la segreteria, con Vincenzo, il nostro Vinch…mi mancano le mie compagne di avventura che purtroppo adesso vedo molto meno. Barbi e Robi, che da quando non ci vediamo più non fanno che succedere disgrazie,per stare bene ed essere fortunate dobbiamo stare insieme, lo diciamo sempre! J Mi manca girare per i corridoi, mi manca salutare la prima che ha le pareti di vetro “per essere controllati meglio”.. mi manca il portellone che separa la quinta dalla seconda che si apre sempre, mi manca il gesso della lavagna di cui sono stata allergica per tutto questo tempo… mi manca l’aula video, mi manca fare arrabbiare la professoressa di conversazione francese, che mai nessuno ha davvero ascoltato, mi mancano i miei compagni che giocano a tennis mimando le racchette… mi manca la calcolatrice di Edo che con i suoi sibili ha accompagnato le ore vuote… mi manca andare alle macchinette che erano sempre vuote… mi mancano le telecamere che alla fine non hanno mai registrato e lo sapevano tutti… mi manca l’aula professori piena di libri strani che nessuno aveva mai sentito. Mi mancano gli oggetti del corso di medicina che c’era la sera… tra cui una famosa sedia a rotelle che i miei compagni si divertivano ad usare… mi mancano quegli scalini dove passavo l’intervallo, mi manca il cancello automatico, mi mancano i bagni senza maniglie e pieni di mozziconi.. mi manca la macchinetta del caffè incendiata… il dipinto delle torri gemelle dove qualcuno aveva disegnato due aerei…mi manca il lancio degli zaini dalla finestra e mi manca vedere compagni lanciarsi di sotto per andarli a predere e poi rimanere chiusi fuori. Mi manca la preside che apre le porte senza bussare e tutti che si spaventano, mi manca la mano di Elisa che non sa chiudere la porta.. mi manca sentire “suooonaaa” per invocare una campanella che non arriva mai… ignari del fatto che finchè non è l’una e quaranta non emette alcun suono. Mi manca studiare e lamentarmi che è troppo anche quando sono solo pochi capitoli… mi manca dividermi i quaderni all’inizio anno per colore e tipo in modo da non confonderli.. mi manca comprarmi le biro ed arrivare a fine anno con una sola e pure rotta. Mi manca Stefano sempre con il banco tipo asino vicino alla cattedra.. e quando veniva spostato diceva “ma, no, è stato lui”. Ma la cosa che mi manca di più sono i temi..è lo scrivere sfogandosi enormemente cosa che ultimamente non sono più riuscita a fare…mi manca uscire per fare le fotocopie e tornare due ore dopo dicendo che c’era coda…
che dire di altro.. grazie a questi anni stupendi che purtroppo non torneranno più indietro.. ora è il momento di prendere una decisione, di capire quello che si vuole fare della propria vita, cosa che non riesci a fare prima perché la scuola ti anestetizza completamente, ti fa sentire protetto per sempre… ma purtroppo la magia finisce più in fretta di quanto uno non possa credere. 

mercoledì 6 aprile 2011

Paulo Coelho - citazione

Ho imparato che non importa quanto sia buona una persona,ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni. vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza richiede molta pratica.
Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.
È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze; possono ingannare.Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.
Ho imparato... Che ignorare i fatti non cambia i fatti.
Ho imparato... Che quando vuoi vendicarti di qualcuno lasci solo che quel qualcuno continui a farti del male.
Ho imparato... Che l'amore, non il tempo guarisce le ferite.
Ho imparato... Che il modo più facile per crescere come persona è circondarmi di persone più intelligenti di me.
Ho imparato... Che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un'altra parte.
Ho imparato... Che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.
Ho imparato... Che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno ti ha agganciato per la vita.
Ho imparato... Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
Ho imparato... Che è meglio dare consigli solo in due circostanze: quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.
Ho imparato... Che la miglior aula del mondo è ai piedi di una persona anziana.
Ho imparato... Che quando sei innamorato, si vede.
Ho imparato... Che appena una persona mi dice, "mi hai reso felice! ", ti rende felice.
Ho imparato... Che essere gentili è più importante dell'aver ragione.
Ho imparato... Che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino.
Ho imparato... Che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo.
Ho imparato... Che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio... Ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi.
Ho imparato... Che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno è una mano da tenere ed un cuore da capire
Ho imparato... Che la vita è come un rotolo di carta igienica... Più ti avvicini alla fine, più velocemente va via.
Ho imparato... Che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quel che gli chiediamo.
Ho imparato... Che i soldi non possono acquistare la classe.
Ho imparato... Che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare.
Ho imparato... Che sotto il duro guscio di ognuno c'è qualcuno che vuole essere apprezzato e amato.
Ho imparato... Che il signore non ha fatto tutto in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei?
Ho imparato... Che ogni persona che incontri merita d'essere salutata con un sorriso.
Ho imparato... Che non c'è niente di più dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance.
Ho imparato... Che nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori.
Ho imparato... Che la vita è dura, ma io sono più duro.
Ho imparato... Che le opportunità non si perdono mai, qualcuno sfrutterà quelle che hai perso tu.
Ho imparato... Che desidererei aver detto una volta in più a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse.
Ho imparato... Che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare.
Ho imparato... Che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa fare con queste sensazioni. Lavora come se non avessi bisogno dei soldi ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire balla come se nessuno ti stesse guardando canta come se nessuno ti stesse sentendo.

What if...Nei Fastfood



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Buon Divertimento!

Avrai...






L'amore descritto in questa canzone è il più unico e sincero sentimento che esista nella terra: quello di un padre per il proprio figlio. Baglioni scrive questa canzone, nel lontano 1982 in occasione della nascita del figlio Giovanni. Attraverso metafore, analogie e descrizioni di piccole cose che capitano nell'arco della vita, augura al figlio un avvenire pieno di profonde emozioni, ricco di poesia. Qui viene colto il vero significato della felicità, quella felicità genuina delle piccolezze cose di ogni giorno, che siamo talmente abituati ad affrontare che nemmeno più ci facciamo caso. Tralasciando la vera poesia che c'è in tutto questo. Il sogno più grande di ogni padre credo sia vedere un sorriso negli occhi del figlio, vederlo crescere con forza, amore, vitalità, speranze e gioia. "Avrai" rappresenta come un sogno del padre-Baglioni, aprendo le porte ad ad un orizzonte illimitato di auguri per l'avvenire. Non sottolinea però solo gli aspetti positivi della vita, per quanto possa essere speranzoso ed amare il figlio sa che come nella vita di ognuno di noi ci saranno momenti no, momenti in cui anche l'amato bambino un giorno adulto si sentirà morire, sarà disperato e farà cose contro la sua volontà. Apre gli occhi, sa che non sarà mai tutto rose s fiori, e sa che la vita è bella proprio ed anche per questo. "Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle" è l'inizio della canzone: l'uso del mese di agosto probabilmente si rifà al momento più atteso dell'anno, quando il ragazzo lontano dalla scuola e dai pensieri giornalieri si libererà della stanchezza, al mare, in vacanza, sotto il sole, i momenti più significativi e felici per un adolescente. Le stelle sono sa sempre il simbolo della speranza, della felicità, del desiderio. Quell'insieme di avvenimenti che lui augura per il suo primogenito. "storie fotografate dentro ad un album rilegato in pelle": tutti abbiamo un album di ricordi, di immagini che non cancelleremo mai dalla nostra mente, di quei momenti passati che sempre riaffiorano come fantastici sogni e nel riviverli sfogliando un piccolo album ci riempie il cuore di gioia ma anche di nostalgia. "Tuoni di aerei supersonici che fanno alzar la testa" e qui iniziano le piccole cose che facciamo quasi senza accorgerci, quando un bambino è piccolo e sente un aereo che vola sopra la sua testa, alza gli occhi al cielo per guardarlo come fosse un sogno lontano. "avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare"... chi non ha mai fissato a lungo lo schermo del telefono aspettando una chiamata, un messaggio, sentendosi quasi disperato? eppure sembriamo sempre i soli a provare queste sensazioni, ma Baglioni sa cogliere gli aspetti più nascosti. " pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate"... ogni anno, finito il periodo freddo, siamo tutti felici di tirare fuori costumi, asciugamani da spiaggia ed andare incontro al mare, alla spiaggia ai giorni dell'anno che tutti aspettano con ansia...pronti per una sicura felicità da consumare con la speranza di un weekend di riposo dopo tanto lavoro. "un treno per l'america senza fermate" su questo c'è da soffermarsi in maniera più profonda: Questa frase è quasi un opera d'arte, rappresenta sicuramente una realtà universale. è una metafora che rappresenta la vita di tutti noi, quella vita con un sogno lontano (l'america) lo scopo di una vita, il desiderio più nascosto che ognuno di noi possiede dentro l'anima il cui raggiungimento ahimè è rappresentato da un treno (Come raggiungere l'america in treno?) Quei sogni quindi quasi irraggiungibili che non hanno nè sosta nè fermata nè modo di ritorno. "un sole che si uccide e pescatori di telline" il tramonto del sole viene associato a dei pescatori di telline che rappresenta l'uomo che scava profondo nelle cose, guardando all'interno, oltre la realtà oggettiva delle cose esattamente come scavare nella sabbia per trovare le telline. ecco poi nuove immagini di vita quotidiana: "un legnetto di cremino da succhiare"... chi non ha mai succhiato il legnetto del cremino dopo averlo mangiato?un pò come la cannuccia, il bastoncino del gelato... Sono piccole cose della vita che ci rendono tutti uguali, tutti facenti parti delle stesse piccole abitudini involontarie quasi. "avrai ore vuote come uova di cioccolato"... quei momenti di assoluta solitudine, in cui ci sentiamo soli, ci sentiamo quasi facenti parte di un mondo parallelo, ore davvero definite vuote. Poi ci sono come spiegavo prima momenti anche negativi della vita: come il tradimento di un'amico, pur essendo una cosa spiacevole e terribile sicuramente anche il bambino ci passerà un giorno, sono avvenimenti della vita che accadono a tutti per far capire ad ognuno di noi di chi fidarci o meno. Nel ritornello prevede viaggi, momenti di distacco dalla famiglia, tutti noi siamo scappati almeno una volta dalle braccia dei nostri genitori, siamo andati via per un pò di tempo, ma consapevoli che l'unico posto dove saremmo sempre al sicuro è casa nostra (avrai il tuo tempo per andar lontano)..."Camminerai dimenticando, ti fermerai sognando" la vita va sempre avanti che tu lo voglia o no il tempo passa, cammineremo sempre, dimenticando le cose spiacevoli del passato fino a che non ci fermeremo in cerca di un nuovo sogno da realizzare, un sogno che ci mantiene in vita ogni giorno che passa. Baglioni prevede l'eredità del suo carattere per il figlio dicendo che anche lui avrà la stessa "triste speranza". "sentirai di non avere amato mai abbastanza" è la frase con tutto il senso dell'amore che conosco. l'amore non è mai troppo, non esiste amare troppo, vuoi sempre fare di più e cercare di amare di più non è mai abbastanza quanto credi di amare. "avrai parole nuove da cercare quando viene sera" è successo tante volte anche a me, di cercare sul dizionario da piccola, parole nuove che non conoscevo, parolacce probabilmente, quando era sera e tutti dormivano così da non essere colta impreparata... "cento ponti da passare e far suonare la ringhiera" proprio ieri ne ho avuto la conferma. ho visto una bambina che col dito toccava tutte le sbarre di un ponticello facendolo rumoreggiare. tutti l'abbiamo fatto almeno una volta con un ramo o con le mani. "la prima sigaretta che ti fuma in bocca" per quanto possa essere triste per un padre sapere che il figlio possa fumare lui già nel suo cuore sa che succederà, come è successo a tutti almeno una volta con gli amici, accendere una sigaretta e vedere come fosse fumare. "giochi elettronici e sassi per la strada" associa il nuovo al vecchio, i giochi degli adulti erano le cose che si trovavano nella strada i sassi, i legnetti.. cose che costavano poco, mentre oggi abbiamo ogni ben di dio per divertirci, computer, macchinine... "avrai ombrelli e chiavi da scordare" La grandezza di Baglioni qui sta proprio nel prevedere la bellezza di queste tanto dolci quanto inevitabili dimenticanze. L’accomunare poi i ricordi (astratti) da scordare con delle cose quotidiane come chiavi ed ombrelli ci lascia un presentimento di come tutto sia ingigantito al momento, scordare un mazzo di chiavi o un ombrello quando piove può essere la cosa più terribile per quel momento ma con Baglioni diventa quasi piacevole come una poesia. "avrai carezze per parlare con i cani" non c'è altro metodo per comunicare con un animale che se non quelle coccole che tanto amiamo fargli. io per prima, io amo i gatti soprattutto ma ci vado davvero matta... e non c'è nulla di più appagante che poter farli felici con una semplice carezza. "sarà sempre di domenica il domani" è l'immagine della vacanza, o di una speranza eterna una felicità da rimandare all'indomani, speranzosi che sia una giornata felice come una domenica col sole. "avrai discorsi chiusi dentro e mani che frugano le tasche della vita" da un lato c'è la timidezza, discorsi che abbiamo solo fatto a noi stessi, parole chiuse dentro di noi che non osiamo tirare fuori, ma dall'altra parte c'è l'intraprendenza, quelle mani che frugano alla ricerca di una risposta sui mille quesiti di una vita. Alla fine c'è un augurio più speciale e più sentito: una radio che comunichi la fine della guerra... Questo forse è il senso maggiore della canzone. Un sogno, una felicità rappresentata da un attimo da tenere nella mente per sempre, “l’attimo eterno”che rappresenta l’ispirazione massima della poesia do Baglioni, la fine della guerra che porti felicità nelle menti di chi apprende la notizia da una radio. 


Spero che sia stata di vostro gradimento, le canzoni di Baglioni sono da prendere come piccole poesie, da parafrasare perchè nelle sue frasi apparentemente banali ci sono significati più profondi.



martedì 5 aprile 2011

Papàpalo...

Mi piace quando ti chiamo 'orso' e tu non reagisci, mi piace quando non mi ascolti, quando non mi chiedi come sto.. quando non mi chiedi cosa penso.. quando non mi chiedi come mi sento dentro, quando non mi chiedi cos'ho fatto, quando mi ignori, quando non mi telefoni, quando fai finta che non ci sia, quando sono lontana e mi fai chiamare dalla mamma per sapere come sto. Mi piace quando non stai con me, quando stai li per i fatti tuoi, mi piace quando suoni, quando componi, quando fai le prove di musica. Mi piace quando sei stanco, hai i capelli scompigliati e ti addormenti col mio film preferito. Mi piace quando non hai tempo per me, quando non mi venivi a vedere alle recite. Mi piace quando non ti metti le scarpe da ginnastica, quando non giochi con me. Mi piace quando mi dici di lavare la frutta prima di mangiarla, mi piace quando mi porti fino a metà strada con la macchina per il mio primo viaggio da sola, mi piace quando mi vieni a prendere a Milano Malpensa a qualunque ora del giorno e della notte, Mi piace quando mi finanzi ogni cosa io voglia senza discutere, mi piace quando siamo a quarto nel cortile, mi piace quando cantiamo Baglioni in macchina ma tu vuoi sentire l'originale. Mi piace quando ti vedo dirigere, quando dimentichi la valigia a casa, o quando non rispondi al telefonino e non so quando buttare la basta. Mi piace quando arrivi e non c'è pane, mi piace quando il gatto ti disturba durante il riposino. Mi piace che leggi "Gli occhiali di Heidegger" perchè so sempre che i miei regali sono apprezzati. mi piace quando mi spieghi le cose, mi piace quando sbuchi la testa dalla porta e dici 'buonanotte' e poi scappi sotto le coperte senza il bacio. Mi piace quando vai a prendere un gelato alle 23 e vuoi che venga anche io a tutti i costi ma non lo dai a vedere. Mi piace tutto questo perchè senza i difetti non ti amerei così tanto, non saresti tu quello che mi ha fatta crescere e aiutata sempre. Mi piaci perchè sei sempre tu e non cambi mai... vorrei solo un abbraccio sincero per farmi ricordare quant'è bello lamentarmi ogni giorno di te! :)