venerdì 11 ottobre 2013

Male................detto!

Mi fisso nello specchio. Mi guardo negli occhi, voglio provare ad entrare nel mio cervello, nella mia anima. Penso a me, a quello che sento, a quello che sbaglio, a ciò che mi da fastidio, a ciò che mi fa irritare o piangere. Qualcosa dentro me non va e nemmeno io riesco a capire di cosa si tratta. Ma stasera dopo una ventina di anni, forse, riesco a trovare l’esempio giusto per esprimere le mie sensazioni. Chiamiamola malattia, problema da psicanalisi non so che nome dovrebbe avere ma ho capito finalmente pensando e ripensando fissandomi negli occhi che ciò che sento è come bruciarsi con la pentola a pressione oppure prendere la scossa oppure ancora battere il mignolo del piede contro uno spigolo. Quel dolore temporaneo da cui credi per quel secondo di non uscirne vivo. Quando ti scotti con l’acqua bollente la prima cosa che fai è spostare velocemente il braccio, d’istinto. Quando prendi la scossa, nuovamente ti allontani. Quando batti il mignolo del piede, passa un secondo prima di sentire il dolore acuto, te lo aspetti quasi, come uno starnuto. C’è chi urla, chi impreca, chi si tiene il piede con le mani chi si rotola per terra o chi come me, riesce a fare tutte le cose insieme. Quando ho quell’attacco che mi viene io mi alzo di scatto da dove sono, mi manca l’aria ma non sto ragionando in quel momento è lo stesso istinto che mi fa allontanare il braccio quando mi brucio o quando prendo la scossa. Dura però molto di più. Mi sollevo, con un caldo allucinante e vorrei gridare, correre…scappare via. Il cuore lo sento in gola velocissimo: è solo una sensazione, in realtà batte quasi normale. Allora cos’è? Attacco di panico? Può essere. Questo accade quando ho un collegamento nella mia mente con un avvenimento che mi ha fatto stare male, con qualcosa di troppo significativo che non riesco a rimuovere o a farmi passare. Qualche aspetto nascosto che mi torna tra i pensieri. Non so come dire.. Quando realizzo che tutto va male, che sono dove non vorrei essere e con chi non vorrei essere. Quel momento in cui dici… ma queste persone che ho attorno che ne sanno di me? Chi sono? Quando mi guardano cosa vedono e cosa pensano? Non ho più un buon rapporto col mangiare, coi pranzi e le cene… Sento una leggera fame ma poi…tutto quello che ho nel piatto non mi soddisfa e vorrei rivomitarlo tutto per liberarmi… per svuotare tutto e ripartire da capo… provando con qualcosa di diverso senza il solito senso di quasi sazietà.  Come la mia vita del resto. Sono giovane e mi sento vecchia, così vecchia da non avere piu il tempo per nulla, come se da zero non riuscissi più a partire… come se non potessi più mettere un punto a ciò che ho fatto fino ad adesso e ciò che posso invece migliorare e incominciare da capo. Un lavoro nuovo ad esempio, una passione… Sono vecchia per tutto, penso nella mia testa, qualunque cosa inizi a fare o studiare o anche solo uno sport… non sarà mai ciò che ho sognato da bambina … ciò che mi appartiene davvero da quando sono nata…. Se dono pallavolista, tennista, animalista, cuoca, o nullafacente.. lo sarò solamente da oggi e non lo sentirò mai davvero. E mentre dico di non essere in tempo… mentre mi dico… sono troppo vecchia, lo divento davvero perché gli anni passano e insieme anche il coraggio di affrontare qualunque cosa. Compresa una cena seduta a tavola con la mia famiglia. Mi alzo di scatto da tavola credendo davvero di svenire, con le lacrime agli occhi che cerco di non far scendere a tutti i costi. Non posso piangere, non ora. Così mi dirigo verso il bagno dove mi fisso gli occhi allo specchio e dico NO.
A volte mi sembra che momenti della mia vita siano sogni, che non esistano realmente.  Mi vedo come osservata dall’alto da qualcosa o da qualcuno che se la ride… come se mi stesse manovrando e stia riuscendo perfettamente il suo piano di sofferenza nei miei confronti. Da troppo tempo ormai confondo gli avvenimenti reali con sogni notturni.  Ne farò cento a notte, piccole scene, ritagli di vita con qualche frase di persone che conosco. Chissà che cosa vorrà dire. Il problema è che a volte mi vengono in mente scene che non esistono e che io credo di aver vissuto ma che invece sono fasulle. Non ci sono mai state e li sto di nuovo male, mi sale di nuovo il cuore in gola e iniziano a sudarmi le mani. Altre volte mi sembra di aver già vissuto delle scene, o aver già fatto gli stessi sogni o peggio ancora vivere una situazione sognata o almeno credere di averla sognata o credere di averla vissuta. E quando mi accorgo che i conti non tornano cerco di guardarmi attorno e vedo a rallentatore per qualche secondo. Vorrei stare sola in quei momenti ma poi appena tutti se ne vanno vorrei non esserlo più. Sono confusa e la testa mi gira forte…
C’è un qualcosa nell’aria che sa di oscuro, come se ci fosse sempre il cielo nero col temporale che arriva… non so come spiegarmi. Sentire che la vita ti sta sfuggendo dalle mani, realizzare che non sarà tutto sempre così ma che un giorno le cose cambieranno…e quando avrò le rughe trarre i conti della mia vita e scoprire che è stato un vero fallimento. E se in attesa per me non ci fosse mai nessuno? Se vivessi sempre senza un senso, sempre sola, sempre con l’ansia? Senza uno scopo senza un obiettivo preciso… senza il coraggio di prendere la vita in mano e dire… oggi voglio riuscire in qualcosa di buono ! Se scoprissi di avere una malattia che mi altera la percezione delle cose? Di non saper più distinguere ciò che è finto da ciò che è reale? Se impazzissi e non dicessi più cose con un minimo di senso? O se peggio ancora lo stessi già facendo e in questo preciso istante sto immaginando di scrivere chissà cosa? E invece sto scrivendo tutte lettere uguali? Sto scrivendo solo il mio nome ripetuto? Ciò che mi riesce a dare forza è il fatto che i miei genitori abbiano ancora il coraggio di non lasciarmi sola. Finchè posso stare sola vuol dire che non sono pazza. Ma poi penso: e se loro non volessero accettare o vedere che qualcosa non va? Io sarei la prima a non accettare la malattia di qualcuno. Posso solo dire fin ora che a volte ho paura di stare da sola con me stessa.  E pensare che c’è chi dice che sono solo stronzate. Lo sono di certo… ma sono sensazioni benché fasulle presenti nella mia testa.. ogni santo giorno che il signore ha creato sulla terra.

Il senso di infelicità, insoddisfazione riecheggia in ogni luogo….. sì sono infelice perché un posto mio nella terra non esiste. E finchè non trovo il mio nido in mezzo al gelo... le cose non cambieranno. Ma da quando in qua le persone, compresa me, sanno quello che vogliono e quello che è giusto?  Io non voglio perdere le ore a lagnarmi… però non c’è un rimedio allo stress, all’esaurimento nervoso… non ci sono medicine che la combattano.

Spero di poter un giorno anche io utilizzare le parole di Claudio nella canzone male di me… lui si, che cerca con tutte le forze di trovare qualcosa che distrugga il male….. detto !